a cura del Prof. Graziano Rossi
Abstract
Il Nord Italia è una zona particolarmente vocata alla coltivazione di diverse colture, caratterizzata da un’elevata agrobiodiversità. Tuttavia, si stima che negli ultimi decenni tale area abbia subito un’erosione genetica superiore al 90%, con conseguente perdita di numerose risorse fitogenetiche tradizionali. Al contempo, recenti indagini evidenziano un inaspettato mantenimento di alti livelli di agrobiodiversità.
Attraverso ricerche bibliografiche e indagini su etnobotaniche su campo, il presente studio mira a fornire una panoramica completa dell’agrobiodiversità vegetale (in termini di colture autoctone, vecchie cultivar e colture dimenticate) nell’Italia settentrionale. In aggiunta, lo studio si propone di indagare sulle attività di conservazione on farm ed ex situ nell’area di studio. Sono state individuate 810 entità, di cui 26 identificate come colture dimenticate, 377 come varietà autoctone (più 124 varietà autoctone dubbie) e 99 come vecchie cultivar (più 184 vecchie cultivar dubbie). 248 entità sono state registrate per la prima volta attraverso rilievi su campo. Emerge chiaramente come nell’area di studio si possano ancora trovare numerose risorse fitogenetiche, soprattutto in piccole aziende agricole e giardini privati. Descriviamo gli hotspots di diversità delle colture e le aree in cui vi è ancora una mancanza di conoscenza dell’agrobiodiversità locale. Solo il 43% delle risorse fitogenetiche registrate è conservato a lungo termine in banche del germoplasma, il che sottolinea come siano necessari grandi sforzi per garantire la conservazione ex situ delle risorse fitogenetiche nel nord Italia. Attenti interventi sono indispensabili per migliorare lo stato di conservazione on farm della diversità delle colture attraverso un aumento della loro domanda e accessibilità.
Genetic Resources and Crop Evolution, 2022. https://doi.org/10.1007/s10722-022-01365-y
